Collective Exhibitions
Aligart
2010-2016
Centro d’arte comunale Il Lazzaretto, Cagliari
Aligart (aliga in cagliaritano significa immondizia, per i non sardi suona come immondiziart) è stata di stimolo per sviluppare e elaborare le mie idee e progetti iniziali, preziosa vetrina che mi ha consentito di fargli prendere forma.
Per questo sarò sempre grato all’associazione Sustainible Happiness per avermi dato questa opportunità
Nelle varie edizioni si sono proposte le prime lottizzazioni di Palazzotti , di Salumi in legno e altri lavori legati al tema del rispetto dell’ambiente e del riciclo .
Una carrellata delle mie opere in mostra per il Festival nelle varie edizioni.
Salumeria Volponi (edizione 2016)
Apparizione della Salumeria Volponi in tutta la sua varietà, con tanti piccoli garzoni al mio fianco a promuovere il riciclo e il motto che la parola scarto non esiste.
El partidazo 1 (edizione 2014)
Un biliardino sgangherato viene trasformato e diventa il campo di battaglia di uno scontro eterno tra locale e globale, tradizione e modernità, in cui i bronzetti sardi combattono contro Goldrake (in collaborazione con Marco Loi e Claudia e Corrado Fontanarosa).
Su Gabbanu (edizione 2014)
Anche in quest’opera un tocco di colore rosa trasforma una scaglia di serbatoio in cemento in sagome di uomini viandanti di tempi antichi.
Le vedove al fiume (edizione 2014)
Come con qualche pennellata di colore rosa un brandello di copertone di un carrello elevatore verniciato , diventa un’immagine che rimanda alle donne della tradizione locale sarda, dando luogo a un’ immagine evocativa di forza e dignità.
Quirra Style (edizione 2010)
Bidet di risulta, cotone, legno di scarto forgiato / vinilica / terra e piantine
L’opera denuncia i danni e le devastazioni continue delle esercitazioni militari sulla nostra terra – la Sardegna – con la speranza che tutto finisca e che la terra ci regali ancora frutti e speranza.
La stele di Sesetta (edizione 2010)
Un cartello abbandonato da ambulanti con la mia aggiunta di una cornice diventa memoria di un tempo passato, fatto di gestualità, codici e linguaggi unici che si cerca di tramandare e tradurre, come la stele di Rosetta, in linguaggi plurimi.
Pedala (edizione 2010)
Lo schelettro abbandonato di una bici, rivisto e corretto, con qualche ritocco e un piano in plexiglass, diventa un oggetto di design, grazie anche alle sapienti mani di Marco Loi.
Fermati e Riascolta (edizione 2010)
Dal recupero di vecchi nastri di collezioni private, con la collaborazione di Bobo Siotto e Giorgio Puxeddu, ho realizzato un’installazione di vecchia ma buona musica: ricordi e immagini da fissare e incorniciare nell’immaginario di ciascuno di noi, fermandosi un attimo a riavvolgere il nastro.